La vicenda dei presunti colloqui di pace a Istanbul tra Zelensky e Putin, promossi da Stati Uniti e Unione Europea, si sta rivelando uno dei più efficaci colpi diplomatici messi a segno dal presidente ucraino.
Zelensky ha annunciato la sua presenza in Turchia, come ospite ufficiale di Erdogan, pronto a raggiungere Istanbul nel caso il leader del Cremlino decidesse di presentarsi. Come prevedibile, Putin ha già fatto sapere che non parteciperà.
L'obiettivo politico di Zelensky è evidente: costringere Putin a mostrarsi per quello che è, un dittatore che non ha alcuna intenzione di sospendere la guerra d’invasione. Un messaggio che, finalmente, sembra essere recepito anche nei palazzi europei e negli Stati Uniti, dove si prepara un nuovo durissimo pacchetto di sanzioni.
Dopo undici anni dall’inizio di questa guerra, iniziata nel 2014 con l’annessione della Crimea e del Donbass, la maschera della propaganda russa sta cadendo sotto gli occhi di tutto il mondo. Anche alcuni "autorevoli" quotidiani internazionali iniziano a sottolineare come il vero ostacolo alla pace sia Mosca e non Kyiv.
Il cambio della narrazione mediatica sul conflitto, potrebbe rappresentare davvero l'inizio della fine per il regime del Cremlino.
IL PROBLEMA È LA RUSSIA
IL CONTESTO
IL CONTENUTO ORIGINALE
Di: @MaistroukV
La perplessità lascia spazio alla speranza: dopo anni in cui propagandisti come Travaglio o Orsini hanno lucrato sull’ignoranza dell’uomo medio, anche per quest’ultimi è arrivato il momento in cui cominciano a rendersi conto di essere stati presi per il culo