Che l'Ungheria rappresenti da anni una spina nel fianco dell’Unione Europea è ormai un dato di fatto. Il suo primo ministro, Viktor Orban, è un alleato dichiarato di Vladimir Putin, e ha più volte sfruttato il diritto di veto previsto dai Trattati per rallentare o bloccare decisioni fondamentali, in particolare su Ucraina e Russia.
Da tempo si discute della possibilità di limitarne i poteri, se non addirittura di escludere il Paese da alcune dinamiche comunitarie.
Fino ad ora, però, lo scontro è rimasto confinato sul piano politico. Grave, certo, ma ancora entro i margini delle scelte sovrane di un capo di governo.
Quel che è successo tra ieri e oggi, invece, segna una rottura profonda. Due episodi precisi, avvenuti nelle ultime ore, rendono ormai legittimo parlare di un vero e proprio tradimento.
E sarà impossibile far finta di nulla.
IL TRADITORE
Di: @Latlantista
Si riempie in continuazione la bocca con la parola "pace", ma le evidenze ci mostrano che Orban è l'unico, oltre a Putin, ad aver pianificato una vera guerra in Europa.
Ieri, il leader dell'opposizione ungherese Magyar ha pubblicato una traccia audio del 2023 in cui il ministro della Difesa dell'Ungheria parla esplicitamente di "abbandonare la mentalità di pace, per compiere una "transizione verso la guerra"; mentre oggi, i servizi segreti ucraini hanno arrestato un uomo ingaggiato dall'Ungheria che, nel corso del 2024, ha raccolto informazioni su obiettivi militari e sugli "umori politici" nella regione ucraina di Zakarpattia.
È evidente che Orban credeva che l'invasione russa dell'Ucraina sarebbe andata in modo molto diverso da com'è andata in realtà: sperava, e forse spera ancora, di approfittarne.